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30.03.07
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A Seoul, sulle rive del fiume Han, la famiglia Park possiede un piccolo chiosco di snacks e bibite. Un essere si muove nelle acque torbide, qualcosa di enorme. Lo sguardo si perde fra le onde e la bocca aperta lascia intendere un’espressione inebetita. La gente, venuta per prendere il sole, urla e scappa in preda al panico. Il mostro esce dal letto del fiume e travolge la folla. Si intravede l’essere mostruoso, enorme ma veloce e agilissimo. Sotto gli occhi strabuzzati di Park, la giovane figlia viene rapita da quell’essere mutante. Le speranze di salvarla sono minime, ma l’uomo si inoltra nelle fogne dove crede che viva il mostro.

Il più grande film di creature mostruose dopo Godzilla, così è stato definito il film di Joon-ho Bong. Presentato allo scorso festival di Cannes, The Host si affaccia alla distribuzione internazionale puntando ad un formidabile mix di ingredienti. Tensione horror, comicità demenziale, situazioni paradossali e incredibili effetti speciali vengono abilmente miscelati dando vita ad un film “mutante” di grande impatto. Dimenticavo, la responsabilità della mutazione è ovviamente americana!
C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 17:50
21.03.07
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Frank Miller torna al cinema. A poco più di un anno dall'uscita della versione cinematografica di Sin City, un'altra graphic novel del celebre fumettista americano diventa un film. Zack Snyder, regista del remake di Dawn of the Dead, ha infatti recentemente concluso le riprese di 300, un kolossal adrenalinico capace di fondere la storia della Grecia classica al fumetto moderno, ed è ora alle prese con una complessa post produzione nel tentativo di rendere le immagini cinematografiche il più fedeli possibili al comic originale. Ispirato ad un episodio storicamente accaduto, il film racconta la battaglia delle Termopili in cui una schiera di 300 soldati Spartani sconfissero un esercito di migliaia di Persiani. 300 è stato girato in gran parte con la tecnica del green-screen, già usata da Rodriguez per Sin City e considerata da Snyder il mezzo migliore, oltre che quello più economico, per riprodurre sullo schermo le atmosfere di cui è profuso il lavoro di Frank Miller. I 60 giorni di riprese sul set sono stati estremamente complessi e, al fine di avvicinare il pubblico alle tecniche utilizzate, Snyder ha predisposto un video diario on-line dove chiunque può rendersi conto del meccanismo necessario per ottenere il film concluso.

Fra le tappe fondamentali che hanno segnato il percorso per la realizzazione di 300 bisogna segnalare quella che nel gergo della produzione viene definita la “stanza delle armi” (weapon room) poiché è stato necessario riprodurre una enorme quantità di oggetti di scena, armi e armature in particolare. La ricerca di verosimiglianza storica è stata affiancata al design fumettistico che contraddistingue le tavole di Miller. Sono stati così ricreati oltre 650 fra abiti e armature, 125 tipi di scudi, 250 di lance e 75 di spade anche se voci di corridoio ammettono che alcuni oggetti di scena siano stati riciclati da quelli usati in Troy e in Alexander, entrambi prodotti dalla Warner Bros. Snyder ammette che il secondo passaggio necessario prima di effettuare le riprese è stato una sorta di tortura per il cast. Tutti gli attori sono stati sottoposti a un allenamento intensivo poiché molte sequenze richiedevano prestazioni da veri atleti. Per meglio calarsi nel ruolo dei rudi soldati spartani, celebri nell'antichità per il rigore della loro preparazione fisica e psicologia, Gerard Butler e gli altri attsono stati sottoposti a massacranti allenamenti per cui è stato ingaggiato l'ex-alpinista Mark Dwight, capace di trasformare un gruppo di attori in una squadra unita e in piena forma. Il diario di Snyder si sofferma quindi sul dipartimento di effetti speciali sotto la supervisione di Mark Rappaport, reduce da Le cronache di Narnia, che ha diretto uno staff di oltre 130 persone capaci di ricreare un intero mondo. Gran parte degli effetti speciali sono frutto della sintesi tra live action e computer graphic ma per rendere maggiormente verosimile alcune sequenze, sono stati realizzati anche di modelli animatronici in grandezza naturale, fra i più complessi mai realizzati al cinema fino ad oggi. Negli Stati Uniti i fan di Miller sono già in delirio e le prime indiscrezioni parlano di un film che lascerà a bocca aperta anche i più critici. Non resta che aspettare il 9 marzo!
C. P.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 17:41
20.03.07
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Le verdi vallate sparse nell’entroterra montuoso delle terra dei Maori sono punteggiate da centinaia di migliaia di piccole nuvole bianche. Sono enormi greggi di pecore che da sempre convivono pacificamente con gli abitanti della remota isola, donando la loro preziosa lana in cambio di erba fresca. Lontano dal mondo civilizzato sembra di essere in un paradiso terrestre, ma presto questo sogno si trasformerà in un vero inferno. Un esperimento genetico ha dato vita ad una nuova razza di ovini assassini. Sono ovunque, sono cattive e sotto il morbido manto candido sono assetate di sangue umano. Hanno sopportato le angherie degli uomini troppo a lungo, ora è giunto il momento di cambiare le cose.

Ci sono quaranta milioni di pecore in Nuova Zelanda e ora sono molto arrabbiate. Suona così la tagline del film che in rete è già un cult. Black Sheep si presenta come un horror intriso di sadica ironia, uno splatter movie da ridere sulla scia dei primissimi film di Peter Jackson, il più celebre fra i registi neozelandesi, che con Bad Taste e Splatters ha toccato i vertici più alti degli anni ’80 per questo particolarissimo genere. Diretto dall’esordiente Jonathan King e prodotto con gli effetti speciali della Weta, la stessa del Signore degli Anelli, Black Sheep si prospetta come il film evento della prossima stagione, certamente per gli internauti che già da tempo si scambiano le poche immagini disponibili in anteprima. Le pecore mannare stanno arrivando, preparatevi per la “violenza degli agnelli”!
C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 17:50

Lo stato più caldo: il primo amore e il difficile passaggio dall’ adolescenza all’età adulta.
Il secondo film (dopo Chelsea Walls, 2001) di Ethan Hawke racconta la storia di William (Mark Webber), suo alter ego, attore ventunenne giunto a New York dal Texas in cerca di fortuna.
L’ incontro con la bella aspirante cantante Sarah (la bella attrice sudamericana Catalina Sandino Moreno), inquieta, lunatica e imprevedibile lo porta in un viaggio verso il Messico e verso la scoperta dell'amore. Figli entrambi di genitori separati, qualcosa sembra che li leghi e tra di loro nasce una storia d'amore appassionata e travagliata allo stesso tempo.

L'infantile scanzonatezza di lui e le paure della ragazza, i litigi e le passioni incontrollabili sono raccontati attraverso lo sguardo ancora acerbo del protagonista. La storia è semplice e autobiografica, tratta dall’omonimo romanzo del regista del 1996 (in italiano "Amore giovane", Sonzogno), dalla quale emerge un ritratto sentito, credibile e universale del primo amore. William, che vaga per le strade americane alla ricerca di risposte troverà pace soltanto dopo la visita al padre (interpretato dallo stesso Ethan Hawke), che non vede da anni. Grazie alla chiacchierata con il padre, infatti, William capirà che l'amore a vent'anni, quello che sconvolge e ferisce, è quello che come una cicatrice lascia il segno, e come una frattura, - dice Hawke/padre al figlio - " fa un po' male ogni volta che piove".
La fotografia rende merito ai paesaggi del Texas, del Messico e della suggestiva New York, e la colonna sonora diventa protagonista grazie alle composizioni originali di Jesse Harris.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 10:53
19.03.07
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Irene (una splendida Audrey Tautou) è una ricca e giovane donna che non si pone troppi problemi quando deve scegliere fra l’amore o i soldi. Agendo in base ai suoi capricci, invaghisce uomini maturi e facoltosi per trarne vantaggi. Bella e seducente, tutto le è permesso. La preda del momento è Jacques (Vernon Dobtcheff), benestante uomo di mezza età due volte più grande di lei. Per una serie di malintesi la ragazza scambia Jean, un semplice cameriere di un lussuoso hotel, per un danaroso uomo di affari. Credendolo una preda più interessante, abbandona Jacques e inizia a sedurre il modesto cameriere. Una volta scoperta la verità cercherà di far perdere le sue tracce dirigendosi verso la Costa Azzurra, ma l’uomo (Gad Elmaleh) decide di mettersi alla sua ricerca. Lentamente, Irene e Jean realizzano quanto siano importanti l’uno per l’altro, ma potranno imparare a vivere una vita senza soldi? Audrey Tautou torna in patria con un film interamente francese: Priceless, del regista Pierre Salvatori, è una commedia romantica basata sugli equivoci.

La giovane attrice francese sfodera le sue armi di seduttrice, lontano dalle atmosfere sognanti dei film di Jeunet (Il meraviglioso mondo di Amelie e Una lunga domenica di passione) mentre il suo partner Gad Elmaleh (visto in Train de Vie), francese ma nato in Marocco, passa abilmente dal ruolo di ingenuo cameriere a brillante latin lover. Un film di puro intrattenimento, che tratta il tema del lusso e della brama di denaro senza alcun moralismo. Il fascino del lusso non viene stigmatizzato, ma offre l’occasione di capire quanto il buon gusto si necessario per dare il giusto valore alle cose. Senza prezzo. C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 10:50
15.03.07
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Il dramma dell’11 settembre 2001 torna protagonista di una pellicola cinematografica. Il cuore di New York, sventrato da due aerei, testimone di migliaia di esperienze terribili e strazianti. Reign over me di Mike Binder (Litigi d’amore, Londinium) racconta la storia di un uomo sopraffatto dal dolore provato per aver perduto la famiglia nell'attacco alle torri gemelle. Charlie Fineman (impersonato da Adam Sandler) è irrimediabilmente solo, crede perduta ogni certezza fino a quando un incontro casuale gli farà riscoprire la voglia di vivere. Alan Johnson (Don Cheadle), suo coinquilino ai tempi del college, gli farà riscoprire il piacere e il valore di un’amicizia sincera, aiutandolo a superare la terribile disgrazia che gli é capitata.

Il film di Binder affronta il tema dell'11 settembre attraverso la psicologia di un personaggio complesso, spaurito e incapace di affrontare la realtà del dopo Ground Zero. Non un apologo dell’americanismo come World Trade Center di Stone, non un grido straziante di una città ferita come per La 25ma ora di Spike Lee, non una immagine corale di un evento di portata mondiale come per 11 settembre 2001, ma una biografia tanto immaginata quanto reale, perché è la storia delle migliaia di persone che nel crollo hanno perso i loro cari. Numerose le star che hanno preso parte al film in ruoli secondari: Jada Pinkett Smith, Liv Tyler, Saffron Burrows, Donald Sutherland, e lo stesso regista Binder. Il titolo è ispirato dalla canzone “Love reign o’er me” degli Who, riproposta per la colonna sonora del film dai Pearl Jam. C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 13:55
12.03.07
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Francesca Archibugi torna alla regia con Lezioni di volo. Due compagni di scuola, Pollo e Curry (gli esordienti Andrea Miglio Risi e Tom Karumathy) sono bocciati all’esame di maturità. Per evitare le reazioni negative delle rispettive famiglie cercano una giustificazione plausibile. Curry, ragazzo indiano adottato, si inventa una crisi di identità ed esprime la sua necessità di ritornare al suo paese natale per scoprire le sue origini. Il suo amico più fidato si offre di aiutarlo a superare la crisi. Il piano riesce e i due ragazzi partono per l’India, ma il loro viaggi assumerà pieghe che nessuno avrebbe potuto immaginare. Lezioni di volo di Francesca Archibugi arriva direttamente in sala il 16 marzo nonostante molte voci ne abbiano annunciato la presenza a numerosi festival internazionali. Ci sono voluti ben cinque anni per giungere al termine della gestazione di questo progetto, che riporta la Archibugi nel mondo dell’adolescenza dopo L'albero delle pere e Mignon è partita.

Il film è stato girato nell’arco di tre mesi tra New Delhi, Jodpur, il Rajastan, Kerala, Cochin e le Backwaters, direttamente in esterni, senza alcuna ricostruzione in studio. La Archibugi ha così voluto calare direttamente i suoi attori in una situazione reale, facendoli interagire con l’ambiente e con le persone reali. Lontano dallo stile kitsch delle produzioni bollywoodiane, più vicino allo sguardo neutro di un documentario per un’immagine più vera dell’India contemporanea. Ancora un ruolo importante per Giovanna Mezzogiorno, alle prese con un medico “senza frontiere” di cui si innamora uno dei due protagonisti, un personaggio dinamico, sempre in movimento. Un personaggio a tutto tondo, drammatico, ma portatore di speranza. Nel cast anche Anna Galiena e Flavio Bucci, Roberto Citran, Liam Cunningham e Angela Finocchiaro. Alle anteprime di Milano e Bologna saranno presenti in sala per salutare il pubblico Francesca Archibugi e Giovanna Mezzogiorno.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 12:47
07.03.07
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Guida per riconoscere i tuoi santi segna l'esordio alla regia di un giovane regista newyorkese, Dito Montiel. Dopo averlo visto recitare le sue memorie di quartiere in un reading californiano, Robert Downey Jr. l'ha convinto a portare sul set proprio quei ricordi. Il film, tratto dall’omonimo libro, è prodotto da Sting e da sua moglie Trudie Styler con la Xingu Films e, dopo essere stato a Venezia è stato premiato per la regia all'ultimo Sundance Film Festival. Ambientato ad Astoria, nel Queens, ripercorre l'adolescenza di Dito, il difficile rapporto col padre, i primi amori, i contrasti con gli amici della banda, il desiderio di cambiare.

Tra passato e presente il film racconta il viaggio di Dito, interpretato da Robert Downey Jr., un giovane scrittore che vive in California lontano da New York dove è nato e cresciuto, che viene richiamato a casa da una telefonata della madre (Dianne Wiest). Tornato nei luoghi della sua adolescenza deve affrontare il rapporto conflittuale con il padre malato, la sofferta storia d’amore con Laurie (Rosario Dawson) e soprattutto i fantasmi dell’estate dell’86: in quei giorni il destino di Dito e dei suoi amici si risolve in una serie di eventi che segnano per sempre le loro vite. Dito Montiel da ragazzo è interpretato da Shia LaBoeuf, uno dei giovani attori più promettenti di Hollywood, che ha appena ultimato le riprese del blockbuster annunciato Transformers, prodotto da Spielberg e diretto da Michael Bay. Il primo lungometraggio sceneggiato e diretto dall’eclettico Dito Montiel racconta una storia vera in un film forte e commovente.
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Il trailer

Scritto da Fanaticaboutfilms il 12:40