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20.08.09
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Quando i rumors si fanno insistenti, prima o poi qualcuno deve scoprire le carte: lo fa Ridley Scott annunciando che sarà alla regia di Brave New World. Ruolo del protagonista per Leonardo DiCaprio e una quota nella produzione del film con la sua mini major Appian Way. Brave New World di Aldous Huxley, conosciuto in Italia come Il Mondo Nuovo, racconta la storia di Bernard Marx – DiCaprio – un individuo Alfa rifiutato dalla classe sociale superiore perché non prende droghe e per essere più basso degli altri.

Lo sceneggiatore sarà lo stesso di Apocalypto, Farhad Safinia e adatterà per la prima volta al cinema il libro di Huxley. Esistono già due versioni televisive senza molto interesse targate 1980 e 1998, un’altra per la radio, diverse rappresentazioni teatrali e due musical in Germania. Inoltre lo stesso Huxley ha realizzato una versione narrata del libro con la colonna sonora originale di Bernard Hermann.

Brave New World pubblicato da Huxley nel 1932, descrive come un’utopia in principio perfetta possa rivelarsi poi disumana. Grazie ai progressi tecnologici, alla clonazione e alle tecniche di controllo sociale, gli uomini del futuro sono in piena forma e sono divisi in caste dal momento della nascita che determinano tutta la loro vita e dalle quali non possono uscire. Liberi da angosce esistenziali, dalla tirannia delle bandiere, dalla guerra e dalla povertà, senza preoccupazioni né pericoli, con droghe che li liberano da qualsiasi tipo di dubbi, gli individui dovrebbero essere felici per sempre. Ma forse senza famiglia, senza arte, senza letteratura è un po’ difficile che duri la felicità.

Scott che sta terminando le riprese di Robin Hood con Russell Crowe e che vorrebbe girare l’inizio della saga di Alien, è un esperto di mondi futuri e impossibili come Alien e Blade Runner. L’attore e il regista si conoscono da tempo avendo lavorato l’ultima volta l’anno scorso in Body of Lies e avendo iniziato a produrre il thriller The Low Dweller. Infine Di Caprio inizierà a breve il nuovo lavoro di Christopher Nolan, Inception.


A.B.

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Scritto da Fanaticaboutfilms alle 10:42
05.08.09
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Dal 2 al 12 settembre il Lido riapre e la corsa per trovare il successore del Wrestler di Aronofsky è aperta. Inutile cercare i favoriti, i vari Tarantino, Loach, Almodòvar e von Trier hanno appena sfilato sulla costa francese e al Lido, come da un po’ di tempo ci sta abituando Marco Müller, saranno presenti nomi meno “copertina”. Saltano agli occhi Baarìa di Tornatore che aprirà il festival, poi Michael Moore con Capitalism: A Love Story, Werner Herzog con il rifacimento del film di Abel Ferrara Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans con Nicolas Cage al posto di Harvey Keitel e l’altro big italiano in corsa Michele Placido con Il Grande Sogno starring Riccardo Scamarcio.

Per palati più sottili e curiosi, ecco l’esordio al Lido di Fatih Akin con Soul Kitchen, White Material di Claire Denis dopo l’ottimo 35 Rhums dell’anno scorso, il film cingalese di Vimukhti Jayasundara che bilancia il cast hollywoodiano di The Road - Charlize Theron, Viggo Mortensen, Guy Pearce, Robert Duvall – diretto da John Hillcoat. Citazione di diritto acquisito fuori dall’elenco per i registi over 65 George Romero e Jacques Rivette; un’epidemia tra gli zombie su un’isola del Nordamerica contro un film biografico distribuito dalla Bolero Film sulla figura di Raymond Roussel.

Concorso internazionale di lungometraggi in prima mondiale

FATIH AKIN - SOUL KITCHEN Germania, 99' Adam Bousdoukos, Moritz Bleibtreu, Birol Uenel

GIUSEPPE CAPOTONDI - LA DOPPIA ORA Italia, 95' Ksenia Rappoport, Filippo Timi, Giorgio Colangeli

POU-SOI CHEANG - YI NGOI (ACCIDENT) Cina-Hong Kong, 89' Louis Koo, Richie Jen, Michelle Ye

PATRICE CHÉREAU - PERSÉCUTION Francia, 100' Romain Duris, Charlotte Gainsbourg, Jean Hugues Anglade, Alex Descas

FRANCESCA COMENCINI - LO SPAZIO BIANCO Italia, 96' Margherita Buy, Guido Caprino, Salvatore Cantalupo

CLAIRE DENIS - WHITE MATERIAL Francia, 100' Isabelle Huppert, Nicolas Duvauchelle, Isaach De Bankolé

JACO VAN DORMAEL - MR. NOBODY Francia, Jared Leto, Diane Kruger, Sarah Polley

TOM FORD - A SINGLE MAN Usa, 99' Colin Firth, Julianne Moore, Matthew Goode

JESSICA HAUSNER - LOURDES Austria, 99' Sylvie Testud, Léa Seydoux, Bruno Todeschini

WERNER HERZOG - BAD LIEUTENANT: PORT OF CALL NEW ORLEANS Usa, 121' Nicolas Cage, Eva Mendes, Val Kilmer, Michael Shannon

JOHN HILLCOAT - THE ROAD Usa, 112' Charlize Theron, Viggo Mortensen, Guy Pearce, Robert Duvall

VIMUKHTI JAYASUNDARA - AHASIN WETEI (BETWEEN TWO WORLDS) Sri Lanka, 80' Thusitha Laknath, Kaushalya Fernando, Huang Lu

AHMED MAHER - AL MOSAFER (THE TRAVELLER) Egitto, 125' Omar Sharif, Cyrine AbdelNour, Khaled El Nabawy

SAMUEL MAOZ - LEVANON (LEBANON) Israele, 92' Yoav Donat, Itay Tiran, Oshri Cohen

MICHAEL MOORE - CAPITALISM: A LOVE STORY Usa, 120' (documentario)

SHIRIN NESHAT - ZANAN-E BEDUN-E MARDAN (WOMEN WITHOUT MEN) Germania, 95' Pegah Feridon, Shabnam Tolouei, Orsi Tóth, Arita Shahrzad

MICHELE PLACIDO - IL GRANDE SOGNO Italia, 101' Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Luca Argentero, Laura Morante, Silvio Orlando

JACQUES RIVETTE - 36 VUES DU PIC SAINT LOUP Francia, 84' Jane Birkin, Sergio Castellitto, André Marcon, Jacques Bonnaffé

GEORGE ROMERO - SURVIVAL OF THE DEAD Usa, 90' Alan Van Sprang, Kenneth Walsh, Devon Bostick, Kathleen Munroe

TODD SOLONDZ - LIFE DURING WARTIME Usa, 96' Ciarán Hinds, Shirley Henderson, Allison Janney, Charlotte Rampling, Ally Sheedy, Michael Kenneth Williams

GIUSEPPE TORNATORE - BAARÌA Italia, 150' Francesco Scianna, Margareth Madè, Raoul Bova, Enrico Lo Verso, Michele Placido, Vincenzo Salemme, Monica Bellucci, Laura Chiatti

SHINYA TSUKAMOTO - TETSUO THE BULLET MAN Giappone, 80' Eric Bossick, Akiko Monou, Shinya Tsukamoto

YONFAN - PRINCE OF TEARS Cina - Taiwan, Hong Kong, 120' Chih-Wei Fan, Terri Kwan, Joseph Chang, Kenneth Tsang

Ad assegnare il Leone d’Oro, l’organizzazione veneziana ha chiamato Liliana Cavani, Joe Dante, l’attrice francese Sandrine Bonnaire, il regista e sceneggiatore indiano Anurag Kashyap e Luciano Ligabue, presieduti dal due volte vincitore al Lido Ang Lee.
A.B.

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Scritto da Fanaticaboutfilms alle 14:12
17.06.09
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Una serata eccezionale ed emozionante per l'evento di chiusura della stagione cinematografica dello Stensen - direttamente dall'anteprima europea di Bologna di Biografilm Festival - arriva anche a Firenze “The Brothers Warner”, il film che Cass Warner, la nipote di Harry, uno dei fondatori della major hollywoodiana, ha girato per raccontarne la storia dai tempi della fondazione fino alla vendita. La regista Cass Warner, che sarà presente alla proiezione, dipinge tra ricordi familiari e interviste con i grandi protagonisti di una stagione d'oro, un affresco storico e sociale dell'America con i simboli della storia del cinema: “Il cantante di Jazz”, “Bugs Bunny”, “Casablanca”, “Gioventù bruciata” e molti altri.

Cass Warner, gradita ospite alla quinta edizione di Biografilm dove una giornata era dedicata intermanente ai fratelli Warner, ci guida alla scoperta della famiglia Eichenbaum. La storia di quattro poveri immigrati polacchi, divisa tra grandi successi e tragedie personali. La storia di una major nata per essere grande: grande spettacolo, grandi autori, grandi temi sociali. Giovedì 18 giugno ore 21, l'ingresso a “The Brothers Warner” è gratuito e libero fino a esaurimento dei posti!
A.B.

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Scritto da Fanaticaboutfilms alle 15:57
24.04.09
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Con il contributo e il supporto dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, la quinta edizione di Biografilm Festival festeggia i 40 anni dello storico festival rock americano. Le sei giornate del festival dal 10 al 15 giugno proporranno un ampio programma di eventi, per ripercorrere quell’indimenticabile momento sotto l’esperta ed appassionata guida dei giornalisti e critici musicali Ezio Guaitamacchi ed Enzo Gentile che coordineranno gli incontri e gli spettacoli, accompagnando il pubblico di Biografilm dietro le quinte di Woodstock. L’omaggio Back to Woodstock – 40 anni di Pace, Amore e Musica farà rivivere durante il Biografilm Festival quei tre giorni e tre notti in cui nell’agosto del 1969 (nella città americana di Bethel) più di 500 mila giovani s’incontrarono per festeggiare il sogno comune di cambiare il mondo attraverso la musica e la pace. La quinta edizione di Biografilm ospiterà le celebrazioni di Woodstock raccontando i grandi momenti, i protagonisti, il dietro le quinte attraverso molteplici punti di vista di alcuni tra i principali artefici di uno dei più grandi eventi della storia del rock.

Biografilm Festival e Regione Emilia-Romagna sono orgogliosi che molti dei protagonisti del grande evento del 1969 abbiano accettato l’invito a partecipare alle celebrazioni italiane, arricchendo con la loro testimonianza diretta il percorso che il festival propone, tra questi, l’ideatore di Woodstock Artie Kornfeld, il fotografo del backstage Barry Z. Levine e Amalie R. Rothschild, a cui Biografilm aveva già dedicato una mostra nel 2007.

Artie Kornfeld è lo storico ideatore e co-promotore di Woodstock 1969 insieme a Michael Lang. Nel periodo in cui la sua mente stava per partorire l’idea di quello che si è rivelato il più grande concerto rock di tutti i tempi, Kornfeld era il più giovane (25 anni) manager discografico della storia americana, vicepresidente della Capitol Records. La leggenda racconta che l’idea di un mega evento musicale gli venne intorno alle due del mattino dopo una partita a biliardo.

Barry Z. Levine e Linanne G. Sackett Entrambi a Woodstock nel 1969, lei come spettatrice, lui come fotografo del film Woodstock di Micheal Wadleigh (nella troupe anche un giovanissimo Martin Scorsese), si sono poi conosciuti su un sito dedicato ai fan di Woodstock e si sono sposati due anni fa. A Biografilm presentano in anteprima italiana il loro libro “The Woodstock Story Book”.

Amalie R. Rothschild Testimone d’eccezione degli anni tra il ‘68 e il ’71 ha fotografato i più grandi eventi musicali rock, dal festival di Newport (’69) a Tanglewood (’69-’70) fino a Woodstock (’69), catturando in più di 20.000 scatti il pulsare di una generazione e dei suoi artisti. Negli stessi anni è anche fotografa ufficiale del Filmare East Theatre, e lavora al Joshua Light Show producendo speciali effetti fotografici e grafici usati durante le performance di psichedelia.

A.B.

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Scritto da Fanaticaboutfilms alle 13:20
01.03.09

Dall’omonima miniserie trasmessa nel 2003 dalla britannica BBC, State of Play ha ripreso la storia di una squadra di reporter che indaga per risolvere l’assassinio dell’amante di un deputato del congresso. Vicenda intricata da risolvere in appena due ore, però Kevin Macdonald, regista di L’ultimo re di Scozia, può far affidamento su due sceneggiatori molto in gamba. Il primo è Tony Gilroy che in quanto scrittura “dinamica” ha dato prova della sua abilità nella trilogia di Bourne, con Matt Damon. Dall’altra parte c’è Matthew Michael Carnhan, autore di Leoni per agnelli di Robert Redford, un film dove le azioni principali sono tre e occupano per tutto il tempo l’ora e mezza di film. Quindi uno scrittore scoppiettante da un lato e uno molto riflessivo dall’altro.

Quando è iniziata la produzione di State of Play nel novembre 2007, Brad Pitt ha letto la sceneggiatura e non ne era affatto convinto, al punto di lasciare il progetto. Pitt andò a invecchiare con Benjamin Button e venne chiamato Russell Crowe, attore più rough che interpreta la parte di uno dei giornalisti. Crowe ha ammesso che si è rifiutato di vedere la miniserie della BBC, temendo che l’adattamento del film non rispecchiasse gli eventi trasmessi in televisione.

Il ruolo del politico è stato lasciato a Ben Affleck, dopo che Edward Norton ha abbandonato il progetto a causa di impegni già presi. Crowe quindi è uno dei reporter che si avvicina al caso di un misterioso omicidio che sfiora appunto Ben Affleck, il promettente e serio membro del Congresso degli Stati Uniti che incarna il futuro del suo partito. Lo incarna così bene che la sua assistente/amante viene trovata uccisa e iniziano a comparire dei segreti pericolosi per la sua corsa politica. Crowe entra in scena avendo una notevole posizione di forza: è amico del politico e anche di un editore senza scrupoli che lo ha designato al caso. Crowe arriverà a conoscere una verità che scuote la struttura di potere di tutta la nazione.
A.B.

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Scritto da Fanaticaboutfilms alle 17:53
26.02.09

Il 6 marzo sarà il giorno in cui gli Watchmen arriveranno sui nostri grandi schermi grazie alla trasposizione della famosa graphic novel ad opera di Zack Snyder, autore di 300. E’ già partito invece il concorso tra Watchmen e Honda! Per partecipare basta andare su metronews.it e cliccare sul banner con la locandina di Watchmen nella colonna di destra: dal 16 febbraio al 31 marzo 2009 potrai partecipare al concorso “Vinci il nuovo simbolo della strada”. Ti basterà stampare il modulo di registrazione e completarlo con i tuoi dati. Con il modulo compilato poi potrai andare alla concessionaria Honda più vicina a casa tua, farti apporre il timbro e spedire il tutto in busta chiusa entro il 31 marzo. Se non sai dove si trova il punto vendita più vicino, guarda la lista delle concessionarie che aderiscono all'iniziativa sul sito www.hondaitalia.com. Il premio in palio per te è il nuovo scooter SH 125i! Tutti i dettagli e il regolamento del concorso li trovi su fanaticaboutfilms.it.

Il trailer del film annuncia la presenza degli Watchmen, una sorta di guardiani dell’umanità che vegliano su di noi. Ma quando un super eroe viene ucciso, il vigilante Rorschach inizia un’indagine sull’assassinio che porta alla conoscenza di una terrificante conclusione. Watchmen è una graphic novel con protagonisti questi supereroi, scritta dall'autore britannico Alan Moore e disegnata dal suo connazionale Dave Gibbons. La sua pubblicazione in albi mensili dalla DC Comics inizia nel 1986. Da più parti viene definita una delle migliori graphic novel di sempre e a buon merito: è l'unica ad aver vinto un Premio Hugo e a essere inserita nella lista di TIME Magazine dei "100 migliori romanzi in lingua inglese dal 1923 ad oggi". Da segnalare l’ottimo sito navigabile scegliendosi un personaggio, ricco di contenuti speciali come il videogame scaricabile e il movie widget, un gadget web che ti permette di essere aggiornato su tutte le news dei Watchmen.
A.B.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 09:27
25.02.09

Dopo mesi di oscurantismo da parte del regista Michael Bay con la diffusione di materiali dissuasori, si vede con più chiarezza il destino di Transformers 2: la vendetta del caduto. Ma chi è questo caduto che vuole vendicarsi? Il trailer si chiude su una maschera Transformers dai tratti vagamente egiziani, si vedono le piramidi e un felino robot che corre sulla sabbia. I corpi che colpiscono le città, dapprima Parigi e poi le piramidi, sembrano proprio degli asteroidi oppure uno dei tanti modi che un Transformers usa per arrivare sulla terra. Forse sull’onda del successo di The Dark Knight, Michael Bay ha scelto di dare al film un tono più cupo e più dark. In più, altra eredità dal film di Nolan, alcune scene sono state girate usando le camere IMAX, sistema che rende le scene d’azione ancora più realistiche.

“In questo film – assicura Michael Bay – abbiamo avuto la possibilità di approfondire l’aspetto psicologico e affettivo dei Transformers. Come è noto nel primo la curiosità era rivolta principalmente sugli effetti speciali e ogni volta che un Transformer si muoveva, erano milioni di dollari che cercavano di fare bella figura. Appurato che gli effetti speciali hanno lasciato il segno nello spettatore, adesso abbiamo avuto più spazio per trattare i nostri protagonisti come esseri umani e non solo puri agenti”. Anche l’esercito americano entra in Transformers 2; gli Autobot Hound che si trasformeranno in Jeep Wrangler militari sono ancora presenti. Ma mentre nel primo episodio la maggior parte dei veicoli militari erano usati per i cattivi dei Decepticons, adesso hanno chiesto se potevano essere dalla parte dei buoni. Cast immutato con protagonista sempre il figlio di Indiana Jones, Shia LaBeouf, Megan Fox e John Turturro nei ruoli di amica e agente Simmons.
A.B.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 10:50
24.02.09

La prima scelta nei videogiochi di un quattordicenne negli anni '90 era duplice: calcio o Street Fighter? Il dubbio era risolto con la salomonica decisione di dividere più o meno equamente la paghetta su entrambi i fronti, quello sportivo e quello che i meno engagé chiamano “picchiaduro”. I personaggi principali nel videogame erano Ken e Ryu, due bei ragazzi, kimono rosso Ken e kimono bianco Ryu. Questi erano, nelle mani dei più scaltri, le star indiscusse dello Street Fighter. Personaggi marginali ma molto affascinanti erano Blanka, un essere verde “elettrificante”, Honda, lottatore di sumo, Zangief, il più forte lottatore sovietico di ogni tempo. Ma tra le più desiderate tra i bicipiti e toraci scolpiti, c’è Chun-Li. Inutile negare l’attrazione naturale che esercita la lottatrice sugli occhi di un adolescente e forse ecco spiegato uno dei motivi della scelta dei produttori.

Sarà lei a riprendere in mano le sorti del famoso videogame al cinema in Street Fighter: The Legend of Chun-Li. Il primo trailer del film di Andrzej Bartkowiak inquadra la storia su di lei, interpretata da Kristin Kreuk e relativa controfigura, sulla sua vicenda di agente Interpol sotto anonimato. Distrutta dal rapimento di suo padre, Chun-Li torna sulle strade di Hong Kong e affronta un cammino da giustiziere per vendicare il padre. L’action movie ricalca il videogame creato dalla Capcom e si avvale della sceneggiatura di Justin Marks per la prima volta spaiato dalla sua metà dietro alla macchina da presa, Brad Furman. Le prime indiscrezioni sul film vanno subito a fugare qualsiasi accusa di irrealismo nei combattimenti: il film sarà fortemente legato alla realtà e le “mosse inspiegabili” secondo i classici concetti di gravità, saranno ridotte al minimo. In effetti il trailer svela già qualche combattimento al limite e forse oltre gli standard umani. Staremo a vedere quanta libertà di movimento sarà concessa ai personaggi all’uscita negli Stati Uniti il 27 febbraio. Una curiosità: a interpretare Vega, il leggiadro lottatore con maschera e artigli, ci sarà Taboo, uno dei membri dei Black Eyed Peas, gruppo hip hop statunitense.
A.B.

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Scritto da Fanaticaboutfilms alle 09:51
25.02.08

L’edizione 2008 della cerimonia degli Oscar segna una netta svolta del mondo hollywoodiano, proponendo un evento sobrio, dai tempi calcolati al secondo, dove tutto era perfettamente al suo posto. Cambiano anche gli standard dei film premiati, non sono più i grandi blockbuster dai budget stratosferici a conquistare le ambite statuette, ma produzioni più piccole, indipendenti, magari politicamente scorrette ad attirare l’attenzione dei giurati dell’Academy. A trionfare è il cinema fuori dagli schemi dei fratelli Coen che vincono per Non è un paese per vecchi il premio come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista, Javier Bardem che durante la cerimonia ha ringraziato i fratelli Coen per avergli regalato la più brutta pettinatura mai vista in un film e ha dedicato il premio alla Spagna. Due premi che pesano anche per Il petroliere di P.T. Anderson, vincitore per la migliore fotografia e miglior attore a Daniel Day-Lewis che bissa il successo dei Golden Globe. Successo inaspettato per La Vie en Rose di Olivier Dahan, premiato per l’interpretazione di Marion Cotillard, ma anche con la statuetta per il miglior trucco. Tre premi tecnici all’ultimo episodio della saga dall’agente Matt Damon di The Bourne Ultimatum, di Paul Greengrass.

La rappresentativa Italiana al Kodak Teather di Hollywood torna con un discreto bottino. La collaudata coppia Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo è stata premiata per la Londra dark e oscura che ospita le vicende del demoniaco barbiere Sweeeny Todd nell’ultimo lavoro di Tim Burton, mentre Dario Marianelli, unico premio per il plurinominato Espiazione, conferma il golden globe per la migliore colonna sonora. Torna invece a mani vuote Andrea Jubin, regista del cortometraggio Il Supplente.

Il film rivelazione della scorsa Festa del Cinema di Roma, Juno ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura originale scritta da Diablo Cody. Infine la statuetta per il miglior film straniero è volata in Austria, per il film Il falsario di Stefan Ruzowitzky, in concorso al recente festival di Berlino.
Miglior film d'animazione lo splendido Ratatouille, a cui i giurati hanno preferito al commovente ed ispirato Persepolis di Marjane Satrapi (oltre che al discutibile Surf's Up).

Tutti i premi:
Miglior film: Non è un paese per vecchi
Miglior regia: Ethan Coen, Joel Coen - Non è un paese per vecchi
Miglior attore protagonista: Daniel Day-Lewis - Il petroliere
Miglior attrice protagonista: Marion Cotillard - La vie en rose
Miglior attore non protagonista: Javier Bardem - Non è un paese per vecchi
Miglior attrice non protagonista: Tilda Swinton - Michael Clayton
Miglior sceneggiatura originale: Juno - Diablo Cody
Miglior documentario: Taxi to the Dark Side - Alex Gibney, Eva Orner
Miglior corto documentario: Freeheld - Cynthia Wade, Vanessa Roth
Miglior colonna sonora: Espiazione - Dario Marianelli
Miglior fotografia: Il petroliere - Robert Elswit
Miglior canzone: Once - Glen Hansard, Markéta Irglová “Falling Slowly”
Miglior film straniero: Il falsario (Austria)
Miglior montaggio: The Bourne Ultimatum - Christopher Rouse
Miglior sonoro: The Bourne Ultimatum - Scott Millan, David Parker, Kirk Francis
Miglior montaggio sonoro: The Bourne Ultimatum - Karen M. Baker, Per Hallberg
Miglior sceneggiatura non originale: Non è un paese per vecchi - Joel Coen, Ethan Coen
Miglior corto animato: Peter & the Wolf - Suzie Templeton, Hugh Welchman
Miglior cortometraggio: Le Mozart des pickpockets - Philippe Pollet-Villard
Miglior scenografia: Sweeney Todd - Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo
Miglior effetti speciali: La bussola d’oro - Michael L. Fink, Bill Westenhofer, Ben Morris, Trevor Wood
Miglior trucco: La vie en rose - Didier Lavergne, Jan Archibald
Miglior film d’animazione: Ratatouille - Brad Bird
Miglior costumi: Elizabeth: The Golden Age - Alexandra Byrne

C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 16:59
31.01.08

Cinquanta milioni di dollari raccolti al box office in quattro giorni non sono un risultato da poco, anzi è un record assoluto. Ci sarebbe da stupirsi, considerato che stiamo parlando di un film di genere e senza grandi star. Fautore del successo di Cloverfield è sicuramente la vulcanica mente di J.J. Abrams che, nelle vesti di produttore, ha progettato un congegno ad orologeria capace di proseguire dove si era fermato The Blair Witch Project, fondendolo gli effetti speciali dei più grandi monster movie, Godzilla e il coreano The Host su tutti. La trama è top secret fino al momento dell’uscita, nel tentativo di andare contro all’abitudine che lo spettatore ha di conoscere troppo di un film, prima di vederlo. Il successo di Cloverfield però nasce da una sapiente campagna promozionale fatta di piccoli indizi abilmente diffusi in rete, alcuni dei quali assolutamente fuorvianti che ha contribuito a scatenare una vera e propria Cloverfield-mania in rete, stimolando un immenso tam tam multimediale.

La prospettiva è quella di una videocamera che avrebbe dovuto documentare una festa ma che diventa invece testimone di una catastrofe capace di radere al suolo Manhattan. Non c’è montaggio, non c’è colonna sonora, solo la sensazione di essere presente sul luogo del disastro. Il trauma elaborato dall’idea di Abrams riporta nuovamente la mente le immagini dell’11 settembre, ma la intenzione è più semplicemente quella di realizzare un film di mostri come mai era stato visto fino a ora. Cloverfield potrebbe essere tradotto come campo di trifogli, in riferimento a quel rettangolo verde che gli abitanti di New York sono abituati a chiamare Central Park, ma che dopo una catastrofe di tali proporzioni ritorna ad essere semplicemente quello che è, un prato con degli alberi in cui è stata ritrovata una videocamera. Un film spiazzante, sconvolgente, inusuale e assolutamente verosimile nel suo tentativo di aderire a una lontanamente ipotetica realtà. Tra il visto e in non visibile, Cloverfiedl diventa la dimostrazione di come la paura sia spesso più intensa nel non visto e nell’ignoto. C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 16:46
28.09.07
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Immagini televisive di catastrofi climatiche si susseguono con un drammatico crescendo. Le voci dei giornalisti si sommano in un insieme di parole da cui emerge che la responsabilità non può che essere dell’intera umanità. Una voce calma e suadente, però, ci presenta un’altra realtà, in cui piccoli e grandi cambiamenti della vita quotidiana possono permettere al mondo di ritrovare il proprio equilibrio. La voce è quella di Leonardo di Caprio, presenza rassicurante che ci introduce in un viaggio nel mondo che sarà, nel tentativo di salvaguardare l’ecosistema del nostro pianeta.

Stiamo vivendo nell’undicesima ora, ovvero quell’ultimo attimo in cui è ancora possibile un cambiamento. Un punto di non ritorno, un’ultima speranza per ristabilire un ecosistema che permetta al mondo di sopravvivere in armonia. La voce di Leonardo di Caprio si unisce al coro di esperti e personalità, dall’ex primo ministro Sovietico Mikhail Gorbachov al celebre scienziato Stephen Hawking, gridano all’umanità che un futuro migliore è possibile, ma che il tempo per compiere questi cambiamenti diminuisce sempre di più. L’undicesima ora sta per scoccare e non averne coscienza sarebbe il peccato più grave. Il documentario di Leila Conners Petersen e Nadia Conners vuole essere un film che non solo faccia riflettere il suo pubblico, ma che lo spinga ad agire il più presto possibile.
C.P.
Guarda il trailer

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 11:29
26.04.07
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Fanaticaboutfilms vi dà la possibilità di assistere alle anteprime di The Bridge che si svolgeranno giovedì 26 nelle principali città italiane. Clicca sulla locandina del film qui a destra, compila il form con i dati richiesti e inserisci il codice partner (potrai ricevere il codice partner iscrivendoti al forum del sito www.pontedeisuicidi.it ).

Documentario o speculazione? E’ questo il nucleo del dibattito costruitosi negli ultimi mesi attorno alla discussa pellicola di Eric Steel.
The Bridge riprende gran parte dei 24 suicidi avvenuti nel 2004 dal celebre ponte Golden Gate di San Francisco, immortalati dalla troupe americana che, grazie ad un sistema di videocamere poste in diversi punti del ponte, ha realizzato oltre diecimila ore di girato in più di un anno.

Netta, dunque, la demarcazione tra chi vede il film come atto lucrativo e chi, invece, difende la pellicola ponendone a scudo l’intento documentaristico che ne sta alla base. Una scelta in ogni caso coraggiosa che si pone come logica prosecuzione delle sperimentazioni avvenute in campo documentaristico tra gli anni Venti e Trenta. Il suicidio come oggetto d’indagine, e il cinema come testimonianza di una realtà di cui tanto si parla, ma che raramente viene osservata nella sua crudezza.
All’interno del film le immagini del ponte si alternano con le interviste ai parenti delle vittime e di chi è uscito indenne dall’incredibile salto, nel tentativo di indagare i perché e i retroscena di un gesto, di una decisione. Con i suoi 24 suicidi nel solo 2004 il Golden Gate, simbolo della modernità e dell’opulenza, entra nel guiness dei primati dalla porta macabra, rappresentando il ponte con il maggior numero di suicidi l’anno. Steel non ha fatto altro che porre un monitoraggio in stile orwelliano su un palcoscenico di morte e dolore, ponendosi, o cercando di farlo, come occhio neutro di un fenomeno sociale di scottante attualità. Presente al Tribeca Film Festival di De Niro, e in altri palcoscenici europei, il documentario ha avuto in america un’uscita limitata nelle città di New York, Los Angeles, San Francisco and Chicago , probabilmente a causa del complesso dibattito che trascina sulla sua scia.

V.B.


Scritto da Fanaticaboutfilms alle 13:13
04.04.07
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Berlino Est, 1984. Fra le alte sfere della Stasi, la polizia segreta della ex Repubblica Democratica Tedesca, Gerd Wiesler (un impassibile Ullrich Mühe) viene incaricato di spiare lo scrittore Georg Dreyman (Sebastian Koch) e sua moglie, la famosa attrice Christa-Maria Sieland (Martina Gedeck). I due innamorati sono sospettati di comportamenti non consoni ad appoggiare gli ideali del regime. Wiesler intraprende così un torbido lavoro di spionaggio, lungo e spossante al punto di trasformarsi in una vera ossessione. I giorni trascorrono lentamente e la paranoia dell’antinazismo lo spingono a non avere più una propria esistenza, trasformando “la vita degli altri” in una proiezione della propria. Quando i sospetti cominciano a diventare concreti, l’immedesimazione con Dreyman è talmente forte da cominciare a comprenderne e accettarne i comportamenti. Florian Henckel von Donnersmarck , regista tedesco 34enne, ha ottenuto l'Oscar come migliore film straniero con il suo film di debutto.

Il film è un thriller sobrio e asciutto che analizza la complessa psicologia di Wiesler che si tramuta da malvagio agente della Stasi a essere umano dotato di una sensibile coscienza e dalla piena consapevolezza della propria compassione. Il percorso drammatico compiuto da Wiesler è completo, fino ad una totale purificazione dal male originario. Un film dai toni denaturati, con pochi colori, in cui abbondano le sfumature di grigio, quasi a metaforizzare la scala di gradazione che compone l’arco che divide il bene dal male, come il bianco dal nero. Appare forse eccessivo pensare che nel dramma degli eventi della seconda guerra mondiale si possa parlare di perdono, ma quando si parla di una singola persona e di essa di sviscerano in profondità i sentimenti e le motivazioni, allora la possibilità di una catarsi diventa più vicina. La vita degli altri sceglie di porsi lontano dalla retorica che pervade molti dei racconti di questo periodo e chiede allo spettatore di prendere atto degli eventi senza però giudicare. L’Oscar come miglior film straniero è il coronamento di una strada fatta di successi, il film di von Donnersmarck ha infatti vinto, lo scorso dicembre, come Miglior Pellicola Europea ai Premi del Cinema Europeo oltre che trionfare anche al Festival del Cinema di Siviglia dove si è aggiudicata il Giraldillo d'Argento. Intanto da Hollywood già si parla di un remake americano per questa pellicola tedesca. La rivista Variety ha anticipato infatti che i produttori Bob e Harvey Weinstein si sono dichiarati interessati al progetto. Sono stati avanzati anche due possibili nomi per la regia del film: Sydney Pollack (anche lui coinvolto nella produzione) o Anthony Minghella. Italia uscirà nelle sale il 6 aprile 2007.
C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 19:22
27.02.07
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La notte degli Oscar 2007 ha premiato con ben 5 statuette alcuni fra i film che fanaticaboutfilms vi ha proposto in anteprima nei mesi scorsi. Marie Antoinette, il film in cui la bellissima Kirsten Dunst interpreta la giovanissima sposa di Luigi XVI tra i fasti della reggia di Versaille, diretto da Sofia Coppola ha vinto l’Oscar per i migliori costumi opera di Milena Canonero: bellissimi, coloratissimi e sfarzosi. Babel di Alejandro Gonzales Iñarritu ha vinto il premio per la migliore colonna sonora opera del compositore Gustavo Santaolalla, già vincitore dell’Oscar nel 2006 per le musiche del film I segreti di Brokeback Mountain e compositore della colonna sonora di Amores Perros, 21 Grammi e I diari della motocicletta. Il premio per la migliore fotografia va all’atmosfera fantasy-horror de Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro, creata dall’esperto direttore della fotografia Guillermo Navarro, che collabora anche con Robert Rodriguez e Quentin Tarantino. Il Labirinto del Fauno, porta segreta per un mondo sotterraneo popolato da personaggi fiabeschi e spaventosi si è aggiudicato anche i premi per miglior trucco e migliore scenografia.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 09:49
26.02.07
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Finalmente uno dei registi più importanti del panorama mondiale ha avuto il suo momento di celebrazione. La notte degli Oscar 2007 ha tributato il successo di Martin Scorsese e del suo The Departed. Le previsioni sono state ampiamente rispettate anche se il sapore della serata lascia l’amaro in bocca per un premio che sembra più alla carriera, un omaggio dovuto a un genio troppo spesso dimenticato. Miglior film, regia, sceneggiatura non originale e montaggio, quattro premi fondamentali per decretare il vero successo di un film. Peccato per l’esclusione di Leonardo Di Caprio che dovrà ancora aspettare. Come vuole la tradizione degli ultimi anni, i premi per miglior attore (maschile e femminile) sono stati attribuiti a due interpretazioni “biografiche”, Forest Whitaker per The Last King of Scotland e Helen Mirren per The Queen.

Due premi e grande soddisfazione per un film piccolo come Little Miss Sunshine, premiato per la splendida sceneggiatura originale e per Alan Arkin, nel ruolo dello strampalato nonno. Miglior attrice non protagonista per la giunonica Jennifer Hudson di Dreamgirls, unico premio per il musical della Sony che si è visto sfumare le ben tre candidature per miglior canzone a favore di Melissa Etheridge con I Need To Wake Up per An Inconvenient Truth di Al Gore, vincitore anche del premio per miglior documentario.
Miglior film straniero il tedesco The Lives of Others. Delusione per Clint Eastwood il cui progetto sulla battaglia di Iwo Jima, composto dal dittico Flags from our fathers e Letters from Iwo Jima ha ottenuto solo un modesto premio per miglior montaggio effetti sonori che sa di beffa. Contestabile il premio per miglior film di animazione a Happy Feet, decisamente inferiore a Cars della Pixar.
Premio per miglior scenografia, miglior fotografia e miglior trucco vanno alle atmosfere fantasy-horror del film di Guillermo del Toro Il Labirinto del fauno, mentre per la migliore colonna sonora è stato premiato Babel di Alejandro Gonzales Inarritu.
Unico premio “italiano” il meritatissimo premio alla Carriera per Ennio Morricone, autore di innumerevoli colonne sonore che hanno contribuito a rendere celebri i film che commentavano, ma che non ha mai ricevuto l’attenzione che avrebbe dovuto da parte della giuria dell’Academy.

I premi:

Miglior Film: The Departed
Miglior regia: Martin Scorsese
Miglior attore protagonista: Forest Whitaker (The Last King of Scotland)
Miglior attrice protagonista: Helen Mirren (The Queen)
Miglior attore non protagonista: Alan Arkin (Little Miss Sunshine)
Miglior attrice non protagonista: Jennifer Hudson (Dreamgirls)
Miglior sceneggiatura originale: Little Miss Sunshine
Miglior sceneggiatura non originale: The Departed
Miglior film d’animazione: Happy Feet
Miglior corto d’animazione: The Danish Poet
Miglior film straniero: The Lives of Others
Miglior documentario: Una scomoda verità
Miglior corto documentaristico: The Blood of Yingzhou District
Miglior fotografia: Il labirinto del fauno
Miglior montaggio: The Departed
Migliori costumi: Marie Antoinette
Scenografia: Il labirinto del fauno
Miglior colonna sonora: Babel
Miglior canzone: Inconvenient Truth, An (2006) - Melissa Etheridge - "I Need To Wake Up"
Miglior trucco: Il labirinto del fauno
Miglior sonoro: Dreamgirls
Miglior montaggio effetti sonori: Letters from Iwo Jima
Migliori effetti visivi: Pirati dei Caraibi 2
Miglior cortometraggio dal vivo: West Bank Story
Oscar alla carriera: Ennio Morricone
C. P.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 15:01
05.02.07
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Gregory Nava e Jennifer Lopez ancora insieme con il film Bordertown, dopo che nel 1998 il regista era riuscito a far guadagnare all’attrice una nomination ai Golden Globes per la pellicola Selena, film che racconta la vera storia della giovane cantante texana Selena Quintanilla-Perez, morta tragicamente nel 1995 a soli 23 anni. Co-sceneggiatore nel 2003 del film Frida, altro omaggio ad una celebre artista (la pittrice messicana Frida Kahlo), Nava passa al thriller, dirigendo questa volta la cantante-attrice nel ruolo di Lauren Fredericks , una giornalista del Chicago Sentinel, che sogna di diventare corrispondente dall’estero e inviata di guerra in Iraq.

Il suo capo, Gorge Morgan (Martin Sheen) la manda a Ciudad Juàrez, una città industriale vicina a El Paso in Messico, alla ricerca di notizie su una serie di misteriosi omicidi perpetrati ai danni di giovani donne, la maggior parte delle quali impiegate delle “Maquiladoras”, fabbriche di assemblaggio di prodotti elettronici destinati al mercato americano, situate lungo la frontiera con gli Stati Uniti. Giunta sul luogo, Lauren viene affiancata da un suo ex collega ed ora direttore di un piccolo quotidiano locale, Alfonso Diaz (Antonio Banderas), con il quale cerca di smascherare una fitta rete di corruzione, cercando allo stesso tempo di proteggere Eva, unica superstite dei misteriosi omicidi, e la sua stessa vita. Basato su avvenimenti realmente accaduti il film è ambientato nello stato americano del New Mexico e in Messico, ed è la storia di una donna appassionata che lotta per la giustizia e la verità mettendo a repentaglio la sua stessa vita in una città paralizzata dal timore. Nei prossimi giorni Bordertown sarà in concorso a Berlino.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 14:22
09.01.07
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Nelle principali città italiane sarà possibile vedere in anteprima il nuovo film di Michel Gondry L'arte del sogno.
“Sono partito da un’idea che ho avuto diversi anni fa e che ho utilizzato per un video dei Foo Fighters, in cui due giovani condividevano i loro sogni. Ho sfruttato questa idea per una storia sul modo in cui i sogni influenzano una relazione tra due persone, e su come la relazione a sua volta influenzi i loro sogni.” Con queste parole Michel Gondry (Human Nature, Se mi lasci ti cancello) spiega la genesi del suo nuovo film L'arte del sogno, presentato fuori concorso al Festival di Berlino, e che uscirà nelle sale il prossimo gennaio.

Il timido e riservato Stephane (Gael García Bernal) decide di tornare nella sua casa Natale in Francia, convinto dalla promessa della madre di fargli trovare un lavoro che risponde alle esigenze della sua incredibile creatività. Ma le aspettative di Stephane subiscono un duro colpo quando il lavoro si rivela come un banalissimo impiego da illustratore in un piccolo ufficio. Tutto passa in secondo piano però quando incontra la sua nuova vicina, Stephanie (Charlotte Gainsbourg).
Dotato di grande immaginazione e di un'attività onirica fuori dal comune, ben presto Stephane è sopraffatto dalla sua stessa fantasia, che gli impedisce di riconoscere e distinguere il confine tra la realtà e il mondo onirico.
Stephane come alter ego dello stesso regista, tanto che il film è stato girato proprio nello stesso palazzo dove viveva Gondry quando lavorava a Parigi come illustratore di calendari, prima di diventare uno dei più celebri registi di videoclip al mondo.
www.artedelsogno.it

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 16:55
05.01.07
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Il sito www.artedelsogno.it si anima con i filmati dei sognatori italiani: nel Motore dei sogni potrete vedere i filmati inviati dai visitatori del sito, commentarli e votare il vostro preferito!
C’è chi ha sognato i rilassanti paesaggi di casa, chi il mare, percorsi metropolitani surreali o viaggi veri e immaginari, e chi ha sognato gli occhi ammaliatori di una ragazza che si trucca con un romantico sottofondo jazz.
Potete inviare i vostri sogni filmati per condividerli con tutti i sognatori come voi, oppure mettervi semplicemente davanti a una web cam e raccontare il vostro sogno vero o immaginato.
Sul Motore dei sogni troverete una bella sorpresa: ci sono anche i sogni di Stephane, il protagonista de L’arte del sogno, che vi farà entrare in anteprima in un mondo in cui sogno e realtà si fondono e si confondono.
Forse scoprirete che i sogni surreali di Stephane non sono poi tanto lontani dai vostri!

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 13:49
03.01.07
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E’ on line il sito interattivo www.artedelsogno.it, dedicato alla nuova opera del visionario regista Michel Gondry. Oltre a dare la possibilità di vedere il trailer in anteprima, di scaricare i wallpaper e di vedere una vasta gallery di foto del film L'arte del sogno, il sito dà la possibilità di accedere anche al barometro dei sogni: ogni giorno si potrà votare il sogno fatto durante la notte (western o romantico? Horror, avventuroso, a luci rosse o fantasy?)

Il sito consentirà inoltre di accedere al motore dei sogni: dopo il successo di community web come You Tube e My Space, prende il via la prima community ispirata al film L’Arte del Sogno.
Sarà possibile condividere i propri filmati, suddivisi in tre diverse categorie: sogni filmati (cortometraggi e video che esprimano, in modo creativo e con ogni tecnica multimediale, un sogno), sogni raccontati (basterà riprendersi con una webcam raccontando il proprio sogno preferito, vero o immaginato che sia…), visto da me (sarà possibile condividere sentimenti e impressioni per la prima volta in un video on-line).
Tutti i visitatori del sito potranno vedere i filmati, commentarli e votarli.
E ancora: nella sezione Exibithion troverete tutte le informazioni sulla mostra L’arte del sogno, una mostra di scultura e patologici regalini raccapriccianti, che si terrà a Milano fino al 19 gennaio.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 16:56
07.12.06
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Dal 9 al 19 gennaio 2007 in anteprima europea L’Arte del Sogno, una Mostra di Scultura e Patologici Regalini Raccapriccianti.
In concomitanza con l’uscita in Italia di L'arte del sogno, l’atteso terzo lungometraggio di Michel Gondry, la mostra sarà allestita nello spazio C’N’C Costume National a Milano (Via Fogazzaro 23).
Prodotta in collaborazione con la Galleria Jeffrey Deitch di New York, dove ha esordito con successo lo scorso autunno, questa mostra si prospetta come uno degli eventi artistici più originali dell’anno.

Abituato a sperimentare in diversi ambiti creativi (ha iniziato la sua carriera come batterista del gruppo pop francese Oui Oui), Michel Gondry, regista di lungometraggi e pluripremiati video musicali, ha tradotto le atmosfere immaginarie e poetiche del film nel linguaggio delle arti visive, trasformando i set del film L’Arte del Sogno in installazioni ambientali e sculture.
Tra ambienti tridimensionali immaginari e allo stesso tempo estremamente realistici, esseri ibridi ed eventi ipnotici, Gondry confonde i confini tra sogno e realtà e offre ai visitatori della mostra l’indimenticabile esperienza di muoversi all’interno del lungometraggio. Attraverso un percorso onirico il regista porta lo spettatore all’interno delle sue atmosfere visionarie, permettendogli di sperimentarle in soggettiva.
Il 14 gennaio per l’eccezionale evento sarà presente Michel Gondry insieme a Gael García Bernal e Charlotte Gainsbourg, protagonisti del film, e la mostra sarà teatro di un cocktail party.
www.artedelsogno.it

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 16:26
29.11.06
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Stessa storia, diverso punto di vista. A pochi mesi di distanza da Truman Capote. A sangue freddo di Bennett Miller, arriverà presto nei cinema italiani Infamous di Douglas McGrath. Potrà sembrare strano ma i due film, se non all'apparenza, hanno ben poco in comune. Trattano entrambi la vita del celebre scrittore americano ma si posizionano su due punti di vista difformi. McGrath, infatti, mostra un Capote molto diverso da quello che valse l'Oscar a Philiph Seymour Hoffman, spingendo il film alla politicizzazione e ad un'aspra critica nei confronti della pena di morte.

Il Capote interpretato da Toby Jones è una personalità molto complicata e sfaccettata, in grado di condensare aspetti tipici della commedia brillante ad altri pienamente drammatici. Da qui una possibile ripartizione della pellicola in due tronconi. Il primo caratterizzato da un Capote ritratto nella quotidianità, vissuta all'insegna del jet-set e dei circoli intellettuali del tempo, il secondo imperniato sull¹io dello scrittore e sul rapporto vissuto con Perry Smith (Daniel Craig). L'incontro con Perry è, infatti, l'evento destabilizzante nella vita di Capote che, attirato dalla notizia di un quadruplo omicidio in una villa in Kansas, si ritrova invischiato in una storia sentimentale con uno degli assassini. Se, come detto, entrambe le pellicole svelano allo spettatore la genesi di In Cold Blood, capolavoro dello scrittore americano, Infamous sembra essere più biografico del suo predecessore, in quanto sceglie di puntare lo sguardo sulle tante sfaccettature della vita di un uomo. Presentato a settembre alla Mostra del Cinema di Venezia, il film si avvale di una cast formato da Gwyneth Paltrow, Sandra Bullock e Harper Lee, e dagli interessanti cammei di Sigourney Weaver, Isabella Rossellini e Peter Bogdanovich.
V.B.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 17:04
24.11.06
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Uscirà a dicembre nelle sale italiane Déjà vu – corsa contro il tempo il nuovo action movie di Tony Scott.
Il regista e produttore, fratello di Ridley Scott, ci propone una pellicola adrenalinica dove ritmo, azione e dramma si mescolano al mistero investigativo del thriller.
Tra i nomi noti del cast spicca quello di Denzel Washington già diretto da Scott in Allarme Rosso e Man on Fire.

Recentemente apparso sul grande schermo nel ruolo di un ferreo investigatore alle prese con eclatanti azioni terroristiche in Inside Man, Denzel Washington torna a vestire i panni di un agente F.B.I: l’ispettore Doug Carlin. Insieme al collega Val Kilmer, l’agente sarà impegnato a risolvere in tempi serratissimi un delicato caso dal quale dipende la vita di centinaia di persone.
La pellicola, girata in Louisiana e a New Orleans, ha avuto una lavorazione piuttosto travagliata proprio a causa dell’improvviso uragano Katrina, che a poche settimane dall’inizio delle riprese ha colpito le zone del set. Il regista, evitato l’annullamento dei lavori, ha deciso di impiegare parte della comunità di New Orleans nel film e di inserire nel montaggio alcune riprese del disastro ambientale.
La vicenda fa’ perno sul concetto del déjà vu che, in questo caso, non è una semplice sensazione umana, ma il meccanismo alla base di un innovativo software di matrice governativa in grado di risalire indietro nel tempo di quattro giorni. L’agente Doug Carlin incontra un’estranea (Paula Patton) in pericolo di vita. La donna, che a lui non sembra essere del tutto sconosciuta, gli rivelerà un segreto sconvolgente.
V.R.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 11:05
23.11.06
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Esce a dicembre Tutti gli uomini del re, film diretto da Steven Zaillan, il cui soggetto è basato sull’omonimo romanzo di Robert Penn Warrren, vincitore del premio Pulitzer.
Il film si presenta anche come il remake di All the king’s men, realizzato da Robert Rossen e già vincitore nel 1950 di ben 3 premi Oscar – tra cui miglior film e miglior attore protagonista – e di 3 Golden Globe.
Il cast di questa nuova versione vede come protagonista assoluto Sean Penn, nei panni del politico Willie Stark: un ruolo incentrato sul carisma che già divide la critica tra coloro che lo vorrebbe vincitore dell’Oscar e chi, al contrario, lo accusa di una recitazione troppo esasperata e manierista.

Al suo fianco anche Jude Law, nei panni di un giovane giornalista di politica interna, e Kate Winslet, sostenitrice dell’uomo politico. Ad impersonare ruoli di contorno troviamo anche Anthony Hopkins e Patricia Clarkson.
Tutti gli uomini del re racconta la parabola di “splendore e decadenza” di Willie Stark, grintoso venditore della rurale Louisiana, che scende in politica per schierarsi dalla parte del popolo e dei meno abbienti. Inizialmente onesto e schietto, Stark combatte politici corrotti e uomini d’affari. Una volta diventato lui stesso un temibile uomo di potere, la sua condotta di vita viene completamente sconvolta. Eletto Governatore della Louisiana abusa del suo potere e usa qualsiasi mezzo al di fuori della legge per eliminare i propri avversari.
Un ulteriore esempio dell’autocritica che il cinema americano attualmente rivolge, sempre più spesso, alle figure di spicco della propria storia politica.
V.R.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 11:20
15.11.06
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Presto in anteprima Il labirinto del fauno Ambientato nella Spagna del 1944 poco dopo la fine della guerra civile spagnola, il nuovo film di Guillermo del Toro (Blade2, Hellboy) racconta la storia di Ofélia (Ivana Vaquero già presente in Fragile).
Ofélia, che si è trasferita insieme alla madre Carmen a casa del patrigno, il capitano dell’esercito franchista Vidal, soffre per i suoi modi freddi e autoritari. Trova così rifugio in un misterioso labirinto che ha scovato vicino a casa, dove Pan, la magica creatura che fa da guardiano al labirinto, le rivela che lei è la principessa smarrita di un regno magico.


Per scoprire la verità, Ofélia dovrà portare a termine tre compiti pericolosi, per i quali non è preparata.
Un racconto fantastico, che per l’ambientazione e la crudeltà di alcune scene, mostra sfaccettature più verosimili alla realtà, di quanto immaginato. Il film mescola realtà e fantasia secondo l’originale visione del regista:
”Ho sempre preferito mischiare tra loro generi diversi, come per esempio mettere insieme un film dell’orrore e un film storico. Per me, Il labirinto del Fauno è un film drammatico ambientato in un contesto di guerra, con l’aggiunta delle fate e degli elementi mitologici. E pur amando moltissimo queste creature fantastiche, so benissimo che non sono loro il centro della storia perché il film ruota soprattutto intorno ad una storia molto toccante e commovente, profondamente umana e tragica. Una storia che solleva interrogativi universali che spero riguarderanno tutti noi.”


Scritto da Fanaticaboutfilms alle 17:21
10.11.06
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Presto in anteprima Marie Antoinette il nuovo film della regista Sofia Coppola (Il giardino delle vergini suicide; Lost in translation).
Basato sul best seller di Antonia Fraser, il film rilegge in chiave moderna il mito della regina (interpretata da Kirsten Dunst) moglie di Luigi XVI (Jason Schwartzman).


"Mi sono sempre interessata alla storia di Maria Antonietta e alla decadenza di Versailles alla vigilia della rivoluzione, e anche al fatto che lei non era che una ragazzina quando le circostanze l'hanno obbligata a giocare un ruolo storico determinante", spiega Sofia Coppola, ed ecco il ritratto inedito di una regina adolescente gettata nel turbine dell’opulenta corte francese e costretta ad una vita fatta di scandali e congiure di palazzo;una adolescente sola e confusa, intrappolata nel difficile ruolo che il suo rango le impone, che tenta di esorcizzare la solitudine con amanti, ingozzandosi di dolciumi e ingaggiando gli stilisti più in voga.
Una Maria Antonietta che incarna i patimenti e i turbamenti di ogni adolescente al momento del suo ingresso in società e il cui viaggio finirà presto, tragicamente interrotto dallo scoppio di una rivoluzione sanguinaria che cambierà per sempre il volto della Francia.


Scritto da Fanaticaboutfilms alle 10:46
18.08.06
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Prestissimo in anteprima per la community dei Fanatic l’opera prima di Francesco Amato Ma che ci faccio qui! sulla scia del filone coming of age inaugurato dal fortunato Notte prima degli esami la scorsa stagione.
Alessio, 18enne, davanti ai quadri di maturità trova un amara sorpresa: è stato bocciato!
L'esito negativo degli esami stravolge i suoi piani estivi poiché aveva in programma di partire con i suoi due più cari amici per un viaggio itinerante in Europa. Nonostante il divieto dei genitori, Alessio decide di raggiungere i suoi amici e parte con il suo motorino, ma la corsa è di breve durata perché una serie di coincidenze lo costringe a una sosta forzata lungo il litorale romano. Nel corso della sua estate scapperà, tornerà, incontrerà improbabili compagni di viaggio, verrà sedotto e spezzerà cuori a sua volta.
L'esperienza acquisita servirà ad Alessio per imparare che a volte 'viaggiare' non è solo una questione di chilometri.
In sala sarà presente il cast del film!


Scritto da Fanaticaboutfilms alle 11:38
18.04.06

lasseter3.jpgIl divorzio tra Disney e Pixar era previsto da tempo. Dopo l’uscita di Cars ognuna delle due compagnie avrebbe seguito la proprio strada. Tuttavia, confermando le previsioni dei molti che non credevano che le strade si sarebbero davvero separate, è giunta la notizia di un nuovo accordo tra la Disney e Steve Jobs che, cedendo la Pixar per 7,4 miliardi di dollari, diventa il maggior azionista privato della Disney nonché membro del consiglio di amministrazione.
La Disney, se non avesse siglato un accordo, avrebbe perso la divisione più innovativa e celebrata nel campo dell’animazione digitale. I prodotti targati Pixar sono ormai un appuntamento imperdibile non solo per gli appassionati di animazione: ogni film della factory si conferma sempre come una perfetta integrazione tra spettacolarità del digitale e sapienti strutture narrative.
Con l’arrivo di Jobs e del team di John Lasseter, si auspica un profondo ripensamento dell’intera Corporation del Topo, un ripensamento che riesca a dare nuova linfa ad un immaginario disneyano ormai sclerotizzato.

La Pixar, infatti, in una decina d’anni è riuscita nell’impresa impensabile di scalfire la popolarità dei personaggi Disney, grazie ad una manciata di film che propongono una suggestiva sinergia tra la cristallina perfezione delle animazioni e storie di impronta classica, capaci di trattare con leggerezza temi di larga presa senza mai cadere nel baratro della retorica.
Questa stessa fruttuosa combinazione si spera di poterla ritrovare anche in Cars. Da John Lasseter, che torna alla regia dopo Toy Story 2, ci si aspetta la freschezza dei personaggi, la mano sapiente nelle scene d’azione, immagini poderose che incantano gli occhi e il tratto lieve riservato ai sentimenti. Insomma, la provata capacità di Lasseter di accendere emozioni con una stringa numerica.
R.B.

Scritto da Fanaticaboutfilms alle 18:30
07.02.06

sequels060206.gif Mentre fra rumors e smentite prende forma sempre più palpabile la quarta avventura di Indiana Jones, si susseguono voci sul sequel di un’altra saga, radicata nell’immaginario degli eighties: Ritorno al Futuro IV.
Le ultime notizie su Indie riguardano la sceneggiatura: dopo il rifiuto del trattamento firmato da Frank Darabont (regista de Il miglio verde e sceneggiatore di molti episodi de Il giovane Indiana Jones), la coppia Spielberg/Lucas sembra aver accettato definitivamente lo script di Jeff Nathanson, collaboratore di Spielberg in Catch Me if You Can e The Terminal.
Le perplessità di Lucas per il lavoro di Darabont sarebbero state sulla sottotrama: il rapporto di Indiana con un misterioso fratello, per il cui ruolo si sarebbe parlato di Kevin Costner.
Lucas si è rivolto persino alla penna di M. Night Shyamalan, per il soggetto di Indiana Jones IV, forse alla ricerca di un finale a sorpresa.
I fans possono però stare tranquilli, l’idea forte del sequel sarà quella della continuità.

Dopo il fortunato esperimento di retrodatazione tecnologica de La vendetta dei Sith, Hollywood ha capito che il pubblico non ama vedere stravolti i propri ricordi.
Dunque non ci saranno effetti digitali, ma si ricorrerà agli stuntman come nella prima trilogia, probabilmente rivedremo il padre di Indie, ancora interpretato da Sean Connery, ma soprattutto, protagonista imprescindibile sarà Harrison Ford.
Una grossa sorpresa potrebbe esserci: si vocifera di una figlia dell’archeologo, che potrebbe avere le fattezze di Natalie Portman. Per il titolo è ancora presto, ma qualcuno parla già di Indiana Jones and The Lost Continent.
Le indiscrezioni del fan-site ufficiale, su Back to the Future IV, si rincorrono fin dai primi anni ’90: Zemeckis e Gale hanno però a più riprese smentito di voler realizzare un nuovo episodio.
Dopo la rivelazione della grave malattia di Michael J. Fox sembrava davvero impossibile, se non con un attore digitale (proprio Zemeckis ne è stato il pioniere, con il Tom Hanks di Polar Express, anche se la prova del fuoco sarà quella di Superman con il redivivo Marlon Brando).
Gli stessi autori si sono sempre chiesti: chi potrebbe essere McFly se non Michael J. Fox?
Ciò che ha dato credito al gossip, negli ultimi giorni, è stata proprio una dichiarazione dell’attore, le cui condizioni di salute sono migliorate: “L’unico modo in cui potrebbe funzionare sarebbe se io interpretassi Doc…Ho 44 anni ora, e non sono interessato a correre in giro in skateboard!”.
Verrebbe da dire: benvenuti nel 1985 alternativo!
Martin nel ruolo di Doc Brown: un paradosso che potrebbe creare una distorsione nel continuum spazio-temporale…


Scritto da Fanaticaboutfilms alle 09:49
14.12.05
Dopo il trailer tedesco, andato on line la settimana scorsa, e il trailer in italiano, visibile cliccando qui o sul konghino alla vostra destra è il turno della versione spagnola del trailer del film di Peter Jackson. Non perdetevi anche El Konghe.

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Scritto da Fanaticaboutfilms alle 16:30