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27.11.07
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La quiete di un piccolo paese sommerso dalla neve artica viene lacerata da un urlo di terrore. Dalla finestra della sua cucina una donna viene trascinata fin nelle viscere della terra da un’oscura creatura. Il marito non può che guardare la scena impietrito, con gli occhi sbarrati. C’è qualcosa che ha sempre vissuto nelle tenebre, che non aspetta altro che di uscire allo scoperto. Sono gli ultimi della loro stirpe: lungo il circolo polare artico hanno trovato un luogo in cui la notte dura trenta giorni e durante quella lunga notte la superficie diventa il loro regno. Loro stanno arrivando, qualcuno cerca di avvertire la sonnolenta cittadina, ma non è facile dar credito ad una tale minaccia fino a quando non incombe inesorabile. Il sangue scorrerà sulla neve candida.

30 Days of Night è certamente il successo al botteghino più inaspettato degli ultimi anni. Ispirato all’omonima graphic novel di Steve Niles, il progetto del film è stato fortemente voluto da Sam Raimi, qui nelle vesti di produttore, che ha affidato la regia di questo film low-budget al semi esordiente David Slane, autore del controverso Hard Candy, inedito in Italia. Nessuno si aspettava risultati clamorosi da un piccolo film di genere, ma nel weekend del 19 ottobre i vampiri hanno sconfitto al box office film dalle aspettative molto più grandi. Lo vedremo in Italia a marzo del 2008.
C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 11:38
19.11.07
ValleElah.jpg

La guerra nella Valle dell’Elah viene combattuta da Hank Deerfield (Tommy Lee Jones) sul suolo americano. Hank è un austero veterano del Vietnam e padre orgoglioso di Mike, un marine volontario nella guerra in Iraq. Attendendo invano il ritorno del figlio per una licenza, Hank si mette sulle sue tracce, deciso a trovarlo. Nessuno ha notizie del giovane soldato che pare misteriosamente scomparso pochi giorni dopo il suo rientro in patria. Grazie alla caparbietà di Hank e all'aiuto dall'ispettrice Emily Sanders (Charlize Theron), il corpo di Mike sarà ritrovato carbonizzato e irriconoscibile ai limiti di una zona militare. Nonostante le gerarchie dell’esercito cerchino di insabbiare il caso, molti elementi inspiegabili spingono l'orgoglioso militare in pensione a proseguire le ricerche. La verità sarà dura da accettare e dovrà essere pagata a caro prezzo.

Lo sceneggiatore Paul Haggis torna nel ruolo di regista, dopo l’esordio di Crash – Contatto fisico, con un film sulla guerra vissuta sul suolo patrio, sul dramma di chi pur tornando a casa sulle sue gambe non ritrova più la vita che ha lasciato. Haggis costruisce un dramma equilibrato, fatto di tensioni psicologiche e di tragedie familiari. La sceneggiatura rigorosa sviluppa una costruzione narrativa impeccabile, supportata dagli ottimi attori. Il riferimento del titolo alla Valle dell’Elah è una citazione al luogo dove si è svolto l’episodio biblico dello scontro tra Davide e Golia. Presentato con successo all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Nella valle di Elah ha conquistato pubblico e critica grazie alla sua toccante carica melodrammatica, una conferma definitiva per Paul Haggis che dimostra così di essere un punto di riferimento per i nuovi autori hollywoodiani.
C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 14:35
15.11.07

Cari fanatic dopo 2 anni in cui abbiamo pubblicato news, rumors, notizie dai set, vi abbiamo mostrato trailer e invitato a partecipare a promozioni e anteprime, il Sole 24 ore ha inserito fanaticaboutfilms.it tra i siti da votare per il PremioWWW, che festeggia quest’anno il decimo anniversario.
Votate votate votate! Soprattutto perché navigando tra le categorie e dando un voto da 1 a 5 al vostro sito preferito, parteciperete all’estrazione di premi settimanali e prestigiosi premi finali. Per votare è necessario registrarsi compilando un form con i vostri dati, e se il vostro sito preferito, per caso, fosse fanaticaboutfilms… cliccate qui!

Scritto da Fanaticaboutfilms il 17:36
12.11.07
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Dopo le polemiche suscitate da La Caduta di Oliver Hirschbiegel, con Bruno Ganz, Adolf Hitler torna al cinema in un film ambientato nel dicembre 1944, quando la guerra totale auspicata dai gerarchi nazisti è ormai persa. Goebbels contro ogni logica vorrebbe che il Führer pronunciasse un discorso per risollevare lo spirito dei tedeschi, ma Hitler è depresso e non riesce a presentarsi in pubblico. La sola persona che può aiutarlo è il un insegnante di recitazione, l’ebreo Adolf Grünbaum (Ulrich Mühe).
Mein Führer - La veramente vera verità su Adolf Hitler rappresenta una pietra angolare per il cinema tedesco. Il film di Dani Levy (Zucker!...come diventare ebreo in 7 giorni) rappresenta un’evidente prova di come il lutto di una delle più grandi tragedie dell’umanità possa essere rielaborato anche grazie alla satira e allo spirito critico.

Charlie Chaplin aveva precorso i tempi con il suo Grande Dittatore, ma non aveva ancora idea di quanto feroce sarebbe stato il regime nazista nel suo ultimo periodo e, difficilmente, avrebbe osato trattare un tema del genere se avesse saputo di ciò che accadeva nei campi di sterminio sparsi per l’Europa. In Germania, dove coesistono i rigurgiti neonazisti da un lato e la vergogna per un passato così buio dall’altro, Mein Führer ha scatenato grandi polemiche. L’olocausto riletto attraverso l’umorismo ebraico, in bilico tra realtà e finzione, ha attivato le fazioni opposte in modo assai più violento di quanto era già accaduto per La vita è bella. Il film di Roberto Benigni, secondo una dichiarazione di Levy, ha segnato l’inizio di una nuova era. Benigni non ha mai tentato di affermare che la sua rappresentazione di quel periodo e di quell’orrore fosse realistica, ma si è avventurato su un terreno totalmente diverso con la sua favola poetica ambientata in un campo di concentramento. Sebbene la storia narrata da Levy sia frutto dell’immaginazione del regista, la base narrativa su cui si sviluppa la vicenda trae spunto da alcuni elementi storici, documentari. Hitler ha avuto veramente un insegnante di recitazione che cercava di migliorare la sua comunicazione gestuale e la sua oratoria, e la testimonianza di un libro di Alice Miller conferma l’infanzia difficile e tormentata del gerarca nazista.
C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 14:27
06.11.07
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L’annuale maratona con il meglio degli spot pubblicitari da tutto il mondo è partita. Il 26 e 27 ottobre SuperstudioPiù di Milano ha ospitato la prima tappa del tour che proseguirà per tutto il mese di novembre e sarà il 9 a Bologna, il 10 a Firenze, il 16 a Roma, il 23 a Reggio Calabria e il 24 a Bari. Sarà un viaggio attorno al mondo con 500 spot: sullo schermo un’ampia panoramica della creatività mondiale unica nel suo genere, capace di regalare emozioni intense e fragorose risate con i suoi spot d’autore, le campagne sociali da elettroshock, i “cultcommercials” del passato e le novità del mercato mondiale; un ideale percorso multiculturale attraverso i commercials di 5 continenti.

Tra le curiosità dell’edizione 2007:
Uno spot d’eccezione: Ridley Scott dirige Madonna. La pubblicità belga, polacca e rumena. Un bagliore dal passato: un’animazione d’epoca per un tema di attualità - il riscaldamento a gas nel 1921. “Les Parisiennes” negli spot d’autore: Jean-Luc Godard, David Lynch, Wim Wenders, Robert Altman in contrasto con le impattanti campagne antifumo. Inoltre sarà presentata una selezione dei più interessanti spot d’animazione.
Oltre l’Italia, 70 Paesi nel mondo ospitano il tour Notte dei Pubblivori, durante tutto l’anno. Giappone, Messico, Francia, Emirati Arabi, Stati Uniti e Burkina Faso, solo per citarne alcuni, siglano un virtuale gemellaggio tra loro nel mondo parallelo della pubblicità.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 12:33
05.11.07
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Amir, un ragazzo afgano pashtun e Hassan, figlio del suo servo hazara, sono amici, quasi fratelli, e sono accomunati dalla passione per gli aquiloni. La tradizione vuole che queste vele colorate sollevate dal vento danzino in un rituale di guerra cercando di abbattersi a vicenda, per proclamare vincitore l’ultimo aquilone che rimane in volo. Tutto questo fino a quando la guerra li allontana, facendo loro dimenticare il tempo degli aquiloni. Sullo sfondo della trama principale ci sono gli eventi storici, che hanno travolto l'Afghanistan, invaso dai sovietici all'inizio degli anni '80 e poi governato dal regime talebano.

Le sfide di aquiloni si trasformano in una metafora di libertà nelle pagine del primo romanzo dello scrittore americano di origine afgana Khaled Hosseini, pubblicato in Italia nel 2004, da quattro anni in cima alle classifiche in tutto il mondo. La sfida per il regista Marc Forster (Monster’s Ball, Neverland – Un sogno per la vita, e attualmente sul set di Bond 22) è quella di mantenere inalterata la magica atmosfera di cui il libro è pervaso, e in nome della fedeltà allo spirito del libro, Forster, ha rifiutato di girare il film in inglese con attori famosi, preferendo invece la lingua dari e scegliendo protagonisti sconosciuti iraniani e afgani: Amir e Hassan sono interpretati da due piccoli allievi di una scuola elementare di Kabul. Per questo film, prodotto da Steven Spielberg, si parla già di Oscar.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 16:55