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12.11.07
MEIN FÜHRER: un ritratto tragicomico di Hitler
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Dopo le polemiche suscitate da La Caduta di Oliver Hirschbiegel, con Bruno Ganz, Adolf Hitler torna al cinema in un film ambientato nel dicembre 1944, quando la guerra totale auspicata dai gerarchi nazisti è ormai persa. Goebbels contro ogni logica vorrebbe che il Führer pronunciasse un discorso per risollevare lo spirito dei tedeschi, ma Hitler è depresso e non riesce a presentarsi in pubblico. La sola persona che può aiutarlo è il un insegnante di recitazione, l’ebreo Adolf Grünbaum (Ulrich Mühe).
Mein Führer - La veramente vera verità su Adolf Hitler rappresenta una pietra angolare per il cinema tedesco. Il film di Dani Levy (Zucker!...come diventare ebreo in 7 giorni) rappresenta un’evidente prova di come il lutto di una delle più grandi tragedie dell’umanità possa essere rielaborato anche grazie alla satira e allo spirito critico.

Charlie Chaplin aveva precorso i tempi con il suo Grande Dittatore, ma non aveva ancora idea di quanto feroce sarebbe stato il regime nazista nel suo ultimo periodo e, difficilmente, avrebbe osato trattare un tema del genere se avesse saputo di ciò che accadeva nei campi di sterminio sparsi per l’Europa. In Germania, dove coesistono i rigurgiti neonazisti da un lato e la vergogna per un passato così buio dall’altro, Mein Führer ha scatenato grandi polemiche. L’olocausto riletto attraverso l’umorismo ebraico, in bilico tra realtà e finzione, ha attivato le fazioni opposte in modo assai più violento di quanto era già accaduto per La vita è bella. Il film di Roberto Benigni, secondo una dichiarazione di Levy, ha segnato l’inizio di una nuova era. Benigni non ha mai tentato di affermare che la sua rappresentazione di quel periodo e di quell’orrore fosse realistica, ma si è avventurato su un terreno totalmente diverso con la sua favola poetica ambientata in un campo di concentramento. Sebbene la storia narrata da Levy sia frutto dell’immaginazione del regista, la base narrativa su cui si sviluppa la vicenda trae spunto da alcuni elementi storici, documentari. Hitler ha avuto veramente un insegnante di recitazione che cercava di migliorare la sua comunicazione gestuale e la sua oratoria, e la testimonianza di un libro di Alice Miller conferma l’infanzia difficile e tormentata del gerarca nazista.
C.P.

Scritto da Fanaticaboutfilms il 12.11.07 14:27